giovedì 23 gennaio 2014

Juergen Teller e Tommi, carramba a Venezia!!

Il 26 agosto 2012, ormai sembra passata una vita, sono stato alla pre-inaugurazione della 13a Biennale di Architettura, giornata dedicata agli addetti stampa ed esperti del settore. Io non sono né giornalista né architetto, anzi non so tirare due righe dritte, ma il mio caro amico Flavio ha recuperato due biglietti e mi sono imbucato anch'io.

Solo qualche giorno prima, discutevo a casa con Paolino di fotografia e di quanto fosse figo Juergen Teller rispetto ai colleghi fotografi che si occupano di moda.

Comunque: giornata di sole pazzesca, afa 99,9% veneziana che ti fa sentire più o meno come un bollito della nonna, un po' ti viene anche in mente che la laguna è evaporata e tutta la sua acqua in realtà sia nell'aria. Un po' speri che la giornata finisca, perchè tu sei lì per fare compagnia al tuo amico e a farti un giro, ma ripeto, di architettura non ne sai davvero nulla e credi che Chipperfield sia una nuova marca di patatine.

Quasi quasi dici a Flavio che te ne vuoi andare, ma ad un certo punto succede qualcosa che sa dell'incredibile, l'illuminazione, esci dal padiglione dedicato all'Italia e chi ti trovi con la macchina foto in mano che fotografa delle sterpaglie? Magia delle magie...Juergen Teller !! E tu cazzo non sapevi che quest'anno fosse lui il fotografo del catalogo e quindi tutta sta storia ti sembra stra magica!

Allora chiami Flavio, e le parti si invertono, lui non sa chi è Juergen (oramai è nostro amico), tu gli spieghi che è tipo un dio venuto dal nord, che anzichè avere lo scettro, ha una Contax G2 in mano ecc.. Lasci giù le tue cose e gli vai incontro, balbetti qualcosa, e dopo avergli stretto la mano, col tuo peggiore inglese gli dici che lui è il tuo fotografo preferito e provi a parlargli dei suoi che lavori preferisci.

Poi scatta il momento fotoricordo abbracciato a lui, tu sei veramente imbarazzato e lui ti stringe forte la spalla come a dirti "vai sereno ragazzo, in fondo non sono altro che un tedescone con la maglietta sudata color bordeaux improbabile, abbinata a pantaloncini da corsa dello stesso colore, calzino bianco a strisce fluorescenti e Asics probabilmente comprate all'Auchan di Londra a ventinove euro scontate, e non mi manca nemmeno la panza da birra". E allora ti senti ancora più sfigato, tu che sei lì agghindato con un paio di Volta da milanese mancato, i jeans con il risvoltino e la camicia figa, per non tralasciare il maglioncino verdino in cotone che non si sa mai che fa freddo, quando ci sono duemila gradi all'ombra.


Credo che l'emozione sia simile a quando, un mio caro amico che lavorava in enoteca ha servito Andrea Pirlo, il Natale successivo alla vittoria dei mondiali dell'Italia, che era passato a comprarsi dei vini da regalare e il mio amico in questione è esploso di gioia. Oppure quando trovavi l'ultima figurina dell'album Panini (a me non è mai capitato) che ti mancava dopo aver fatto spendere ai tuoi genitori parte importante del loro stipendio.

Una breve parentesi su Juergen Teller è dovuta.

Jurgen è bavarese figlio di liutai, e lo stava per diventare anche lui se non fosse che gli constatarono una forte allergia a dei solventi per lavorare il legno. Allora decise un po' perchè non sapeva che cacchio fare, di fare un corso biennale di fotografia. Poi capisce che in Germania non c'è modo di vivere di fotografia come la intende lui, e prende la sua valigia di cartone e si trasferisce a Londra.

Tutto il resto è storia più o meno nota, Juergen Teller è per più di un decennio il fotografo di Marc Jacobs e di tanti altri marchi importanti. Tra le sue produzioni commerciali la campagna che apprezzo di più è quella fatta per Cèline. Quella mano che spunta a sistemare il cactus nella foto destra è stupenda, non c'entra nulla, ma fa diventare una bella foto una gran foto.



Ma la cosa pazzesca di Juergen è la sua capacità di entrare a far parte del mondo dell'arte contemporanea, cosa estremamente rara per un fotografo che si occupa di moda. E questo perchè? La sua capacità di sdrammatizzare il mondo della moda è unica, rende le modelle donne normali, non i soliti manichini fighe di legno, come a dire "ragazzi rilassiamoci che stiam facendo delle fotografie e ci pagano pure, non prendiamoci troppo sul serio, di cosa stiam parlando? di vestiti?"

E poi delle serie improbabili, come quella di una notte intera passata con Charlotte Rampling e Raquel Zimmerman al Louvre a fare paragoni con la Monna Lisa e altre opere famose, e poi solo con Charlotte in albergo ad autofotografarsi entrambi nudi senza alcun imbarazzo per la differenza di età.







E ancora, una Kate Moss finalmente come una ragazza normale che va a letto dopo aver festeggiato il suo compleanno e non con la solita aria da donna impossibile con la pippa. Poi è estremamente rispettoso, non pretende, non ha aspettative dalle persone che fotografa, lui le prende esattamente come sono.


In un'intervista gli chiesero come mai si era auto-fotografato l'ano e lui rispose senza tirar fuori i soliti significati complessi da mondo dell'arte  "Vorrei solo dire che sono curioso. Parte della ragione per cui ho voluto fotografare il mio buco del culo è perché volevo vedere come fosse fatto."

Juergen Teller ha una moglie, due figli, vive a Londra ed è un super tifoso del  Bayern di Monaco.


I suoi principali lavori li trovate sul blog di un tizio che è ancora più fissato di me su Juergen Teller juergenteller.tumblr.com/ , oltre che sul sito della galleria da cui è rappresentato Lehman Maupin.

I suoi libri, naturalmente su Amazon Amazon Juergen Teller

La  foto 1 è scattata da me, la 2 da Flavio Vida
Le restanti foto sono di Juergen Teller.









3 commenti:

  1. le vie della fotografia sono infinite...e comunque domani mi faccio i capelli del colore di K. Moss.... :)

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    1. k. moss è più figa ora a quarant'anni, con i capelli normali. almeno non ha l'aria da anoressica

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  2. Interessante il post, soprattutto per l'esperienza personale.. mi piacerebbe leggere altri post sui tuoi fotografi preferiti.

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